mercoledì 30 luglio 2014







HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC
(PAZIENTI ILLUSTRI)



Henri de Toulouse-Lautrec nacque ad Albi nel 1864, da famiglia nobile e agiata. Purtroppo, generazioni di matrimoni tra consanguinei (anche i suoi genitori erano cugini primi), fecero sì che Henri soffrisse di alcune malattie genetiche. Era un bambino grazioso, che mostrò subito la sua propensione per il disegno.



 Ma nel '78 cadde fratturandosi una gamba. Si stava riprendendo lentamente e ancora portava un apparecchio ortopedico, quando cadde di nuovo e si ruppe l'altra gamba. Già soffriva di frequentissime crisi di febbre , cefalea e dolori ossei. Le fratture tardarono molto a guarire, e di fatto continuarono a dolere per tutta la vita. Le sue gambe cessarono di crescere, mentre il resto del corpo continuò normalmente. Di fatto fu sempre considerato semplicemente un nano disarmonico. All'epoca la sua malattia restò misteriosa, nonostante si tentasse di tutto per farlo guarire. Oggi ha un nome: era affetto da picnodisostosi, una malattia genetica ereditaria, con ossa anormalmente dense e fragili, ipoplasia mandibolare, per nascondere la quale Henri portava la barba, e varie altre tare fra cui la mancata chiusura della ''fontanella'' cranica. Forse per questo usava tanto spesso un cappello duro.


 I dolori alle gambe, e il fatto che fossero così corte, gli crearono molta difficoltà nella deambulazione. Infatti si aiutò sempre col bastone. La sua altezza da adulto non superò il metro e 52cm.
 Andò a vivere a Montmartre, frequentò scuole d'arte e artisti che facevano la fame. Lui però, non solamente era ricco, ma lavorò tanto e tanto bene, che raggiunse la fama quando era ancora molto giovane. Il fatto di essere così brutto non gli precluse naturalmente il successo, nè una vita sessualmente attiva. Tuttavia lo privò dell'amore di una donna. Si innamorò più volte, ma non fu mai ricambiato.

 

Avendo avuto diverse relazioni, ma mai nessuna che fosse per lui sentimentalmente soddisfacente, fu spesso preda di momenti di depressione. In pratica cercò consolazione nell'alcol, arrivando ad eccessi spaventosi, e nella frequentazione dei bordelli, dove contrasse la sifilide.
 

Nonostante vari tentativi di disintossicazione non riuscì a liberarsi dal vizio del bere. Arrivò dunque, tra alcolismo e sifilide, a delle crisi paranoiche, a dei momenti di letargia, e a dei veri e propri accessi di delirium tremens. Venne il momento che si dovette riportarlo nella tenuta familiare, dove morì prima dei 37 anni.



FINE


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George Washington
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Claude Monet 
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