domenica 3 agosto 2014



IL KITSCH



Mentre il concetto di ''bellezza'' è soggettivo e mutevole, quello di ''kitsch'' risponde a precise definizioni.
Anzittutto, che significa kitsch? Paccottiglia, spazzatura falsamente artistica.
Come lo si riconosce? Da molte cose. 
1: La falsità. Spesso il kitsch è l'imitazione di qualcosa, con la pretesa di apparire vero. Ad esempio, un arredamento finto antico, lavorato senza la finezza del vero antico, con materiali più scadenti, con un eccesso ornamentale, con dorature e quant'altro. Una falsità insomma, che ha del pretenzioso, dell'eccessivo. Nel loro piccolo, anche dei fiori di plastica che hanno la pretesa di sembrare veri, magari persino emananti profumo, sono orribilmente kitsch.

 
Camera da letto finto veneziano, con oro e fiorellini dipinti
2: La trasposizione d'uso.  Esempio classico: un antico ferro da stiro a carbone recuperato e decorato in modo da impedirne il potenziale uso originale e trasformato in soprammobile o porta fiori (finti). Come l'antico confessionale preso in una chiesa barocca in disuso, e trasformato in mobile bar nel salotto del divo del passato Rossano Brazzi. Come anche le antiche ''commode'' da camera (vasi da notte in porcellana incastonati in una seduta di legno dotata di coperchio) trasformate in fioriera.                                     

 

3: La trasposizione di materiale e/o di forma. Come negli oggettini di vetro soffiato o di cristalli swarovski o quant'altro, che rappresentano una qualsiasi cosa (una chitarra, un telefono old style) che possieda un cerchio o un buco, e in quel buco è inserito un orologio. Tutto senza che vi sia alcun legame tra il materiale, l'oggetto rappresentato (forma), e l'oggetto vero lì inserito (funzione). Spesso il tutto è condito da richiami baroccheggianti e stucchevoli, con esaltazione di valori estetici fittizi.


Qui c'è tutto: trasposizione di materiale, di forma e di funzione



Un uso improprio di materiale assai frequente e che solo rarissimamente non cade nel kitsch, è quello delle conchiglie. Purtroppo sono molto diffuse le scatole e le cornici così decorate.


Farfalla creata con le conchiglie


                                                                                                                                   


4: La miniaturizzazione. La prima cosa che ci viene in mente sono i grandi monumenti-souvenir, rimpiccioliti, realizzati in resina e destinati a vari usi: il duomo di Milano, di berlusconiana memoria, usato come posacenere o arma contundente, la pietà di Michelangelo come fermacarte, altri come semplice soprammobile ecc. Rimpicciolimento e cattiva imitazione di opere d'arte famose, tipo opere di pittori impressionisti ridotte in cornici A4 nelle sale d'attesa dei dentisti.  



5: La presepizzazione. I villaggi turistici trasformati in piccoli presepi, con casette falsamente tipiche, falsamente antiche, e graziosi piccoli vicoletti con pavimentazione finto-rustico-tradizionale; profusione di fiori in vaschette tinte di bianco, falsi orci, e qua e là, poggiati casualmente, falsi carretti pieni di fiori, false fontanelle di pietra (in realtà resina), false antiche grandi ruote di carro. Anche qui la forma non ha legami con la
funzione. 
















6: Produzione seriale, standardizzata, priva di sforzo creativo. Con l'avvento della civiltà industriale, e in seguito con la globalizzazione, la produzione di oggetti in serie è divenuta la norma, facendo sì che i medesimi fossero alla portata di tutti. Ove l'oggetto singolo sarebbe stato apprezzabile come creazione originale, magari bella, una volta visto in ogni bancarella, in ogni città mercato, su catalogo cartaceo e on line, viene degradato e banalizzato dalla sua stessa molteplicità. Non è tipico solo della civiltà industriale, perchè, anche se con maggior impegno tecnico, fu un fenomeno che si ebbe anche in altre epoche: per esempio in pieno Rinascimento, quando vennero di moda le Madonne con bambino, tutti i pittori dell'epoca incominciarono a realizzarle in serie, tutte simili. Ogni famiglia benestante ne voleva una.
Furono innumerevoli. Solo che l'usura dei dipinti nelle case d'abitazione ne ridusse nei secoli la quantità totale. Oggi quelle rimaste sono perciò opere famose e senza prezzo.
Questo fenomeno può ripetersi innumerevoli volte: le inflazionatissime cineserie di ceramica inglese del secondo '800 che si trovavano in ogni casa borghese, oggi sono evidentemente meno comuni, sono ricercate e la patina di antico dà loro una dignità nuova. Ciò che fu kitsch all'epoca oggi non lo è: uscito di produzione, si trasforma in antiquariato o vintage, in oggetto via via più raro.


   
                                                                                                                                           



                  

7: Sentimentalismo. Molto del kitsch che oggi si trova in circolazione deriva dal Romanticismo, ma un romanticismo che è stato privato della tensione verso il sublime, un romanticismo degradato a vezzoso, banalizzato, trasformato in cliché. Dipinti con languidi volti femminili, immagini con contadini e pastori, belli, sorridenti, che fanno pubblicità alla vita semplice a contatto con la natura, felici di camminare a piedi nudi nel fango.



 

Bambini coi riccioli, biondi e paffuti, con commoventi lacrimoni che scendono sulle gotine, che fanno sentire i possessori del quadro ben disposti e buoni verso il proletariato (almeno finchè rimane sulla tela).



 Nudi pretestuosi, con la vernice della mitologia a salvare le apparenze. Paesaggi con profusione di fiori rosa e celesti e antichi cottage con tetto di stoppie. Inni alla vita semplice e al contatto con la natura, che commuovono il consumatore di kitsch, il quale, avendo poca dimestichezza con l'arte vera, è convinto che il valore artistico di un'opera stia nelle sensazioni piacevoli e zuccherose che gli trasmette; stia nel fatto che fa da sfondo alla sua vita guarnendo adeguatamente la propria casa; stia nel trasformarsi nel simbolo del proprio status sociale. Questo fruitore del kitsch identifica la bellezza con il piacere che trae dai suoi beni. Frequentemente usa la frase ''A me piace, e questo è sufficiente''.








 













8: Ostentazione. Il famoso tenore Mario del Monaco aveva, non ricordo più se i rubinetti d'oro nella sala da bagno, oppure d'oro le maniglie della sua auto. Come del resto sceicchi, dittatori e altre persone poco evolute o di recente ricchezza, che si sforzano di ''épater les bourgeois''. Ma anche la cosidetta ''vera'' nobiltà è cascata come l'asino davanti alla tentazione di ostentare. Che dire, per esempio, di Ludwig di Baviera che commissionò la costruzione di numerosi stravaganti castelli fiabeschi fra cui il famoso Neuschwanstein?
Tuttavia ho descritto solo casi limite. Potrei parlare per esempio, semplicemente di coloro i quali, per sposarsi, ritengono indispensabile ricorrere ad un wedding planner, per averlo visto in tv, mentre magari non avendo un'illimitata quantità di soldi, potrebbero meglio usarli per cose più utili, ma con meno visibilità. O di quelli che vestono solo roba firmata, altrimenti non si sentirebbero all'altezza di chi li guarda... Gli esempi potrebbero essere infiniti.



L'auto di uno sceicco di Dubai, ricoperta con 60'000 monete d'oro

In genere è nella stanza da bagno che il fruitore di kitsch dà il peggio di sè


Vasca da bagno ricoperta di swarovski
Neuschwanstein
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Oggi nel kitsch si nota un fenomeno altalenante che tende ad accelerare. Periodicamente ciò che è finito in cantina viene tirato fuori, rispolverato, e offerto sul mercato alle élites; poi lo comprano anche le masse onnivore, che lo consumano e lo archiviano per un altro paio di decenni in cantina. Dopodichè si ricomincia il ciclo.



Altri post che riguardano il kitsch:                                                 

Il giardino degli orrori
I santini

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